martedì 15 giugno 2010

LA ROMANIA E’ DIVENTATA UNA PARTE DI ME

LA ROMANIA E’ DIVENTATA UNA PARTE DI ME

Durante le passate vacanze natalizie mi sono recata presso un orfanotrofio rumeno con l’Associazione “Bambini in Romania”( http://www.bambiniinromania.it)

Obiettivo dell’associazione Bambini in Romania è il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini romeni orfani e abbandonati, promuovendo ed incentivando la realizzazione di strutture per l’educazione, lo sviluppo culturale e la formazione professionale dei minori

Quest’inverno dal 26 dicembre al 4 gennaio insieme ad un gruppo di quindici persone mi sono recata all’orfanotrofio di Bradet, vicino Bracov in Transilvania. L’esperienza vissuta, ricca di emozioni e di difficoltà è stata veramente indimenticabile.

26 dicembre 2009: siamo arrivati a Bradet, località di montagna tranquilla immersa nel verde; l’orfanotrofio è costituito da tre edifici bassi circondati da un immenso prato .

Appena arrivati siamo entrati nell’edificio dell’istituto: una trentina di bambini e ragazzi erano seduti o in piedi in una stanza buia con lo sguardo perso, si dondolavano avanti e indietro, l’ odore era penetrante…….mancava il respiro, ……….. il senso di impotenza, di non potercela fare, di non riuscire a guardare, a conoscere il mondo in cui ci eravamo trovati immersi. Alcuni bambini ci sono corsi incontro, ci sono saltati addosso, volevano giocare con noi, cercavano la nostra attenzione………altri sono restati fermi indifferenti come se nulla fosse successo.

Queste sono state le prime sensazioni provate all’arrivo.

Dopo i primi momenti di sconforto non abbiamo avuto dubbi: dovevamo metterci in gioco completamente e dare il massimo per quei bambini.

Nell’istituto di Bradet vivono una sessantina di bambini e ragazzi dai tre anni fino ai venti anni circa, maschi e femmine; molti hanno problemi fisici o psichici.

Oltre ad una povertà materiale notevole quello che più risulta evidente nell’istituto è la mancanza di affetto, di attenzione al singolo bambino, alle sue esigenze, alle sue emozioni. I bambini vivono in una situazione fortemente spersonalizzante, non vengono stimolati in nessuna attività così che non possono capire quali sono le proprie attitudini e i propri limiti; le giornate sono sempre uguali, scandite da orari precisi.

Durante i giorni trascorsi nell’istituto abbiamo organizzato attività di animazione cercando di rispondere alle esigenze di bambini e ragazzi; abbiamo così organizzato tornei di ping-pong, calcio per i più grandi e attività manuali per i più piccoli, abbiamo cantato e ballato. Molti bambini hanno fatto progressi incredibili durante i dieci giorni, bambini che non sapevano neppure tenere in mano un pennarello hanno imparato a colorare……..inevitabile porsi una domanda: ma se in dieci giorni questi bambini sono così migliorati come sarebbero se fossero vissuti in una realtà diversa?


4 gennaio 2010: erano passati solo 10 giorni dall’ arrivo a Bradet ma sembrava di aver vissuto un intera vita. Il groviglio di emozioni provate durante i giorni vissuti nell’istituto non può essere descritto con le parole: gioia, rabbia, dolore, commozione, stanchezza. Gli sguardi dei bambini, i loro abbraccii resteranno per sempre con noi.

Tornati nulla è più come prima…….si apprezza tutto ciò che normalmente si dà per scontato: l’amore di una famiglia e degli amici, la possibilità di studiare e di conoscere, l’importanza di costruire relazioni vere e profonde anche se con fatica.

Non si può fare a meno di gridare quello che si è visto, di raccontare ciò che esiste e battersi perché le cose possano migliorare, perché un giorno anche questi bambini possano crescere, costruirsi una personalità, trovare il proprio posto nella società.

Irene



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