…è una domanda che mi sono sempre posta..e a cui credo di avere in parte trovato una risposta..
Il suo rumore è quello di un pianto disperato di un bambino a cui puoi rispondere con un abbraccio tanto forte e sincero da tranquillizzarlo,anche se solo per un momento,ma comunque intenso per entrambi. Il suo rumore è quello di una bambina che ti chiama per spingerla sull’altalena,l’unica cosa che voglia fare durante le sue giornate in istituto.. Il suo “rumore” è quello di un sorriso che mostra qualche dentino marcio quando fai il solletico sotto al piedino,interrompendo per un po’ un instancabile dondolio..
Il suo “rumore” è quello di un sorriso “sdentato” che spunta dopo continui e inesauribili lanci di un pallone. Il suo rumore è quello del tocco di un bambino che ti chiama perché vuole giocare ancora una volta con te a palla,mostrandoti occhioni grandi,bui e spenti, che si illuminano per il solo fatto che gli si dedichi del tempo. Il suo rumore è quello di una ragazzo che indossa il tuo zaino e prende la tua valigia,posandola nel pulmino prima di salutarti per l’ultima volta. Il suo rumore è quello di un ragazzo sudaticcio,sporco e maleodorante che con galanteria ti apre il cancello del suo istituto per farti trascorrere una serata lontani fisicamente da loro,ma sempre vicini con il pensiero e con il cuore. Il suo rumore è quello dello scricchiolio della finestra o della portavetri a cui si vedono affacciati o arrampicati dei piccoli copii quasi incapaci di capire come mai tanta attenzione e cura rivolta ai preparativi per una festa dedicata a loro,solo per loro. Il suo rumore è quello dei palloncini colorati che scoppiano durante la festa in cui gli ultimi sguardi tra volontari e copii si incontreranno. Il suo rumore è quello delle melodie romene sulla quale volontari e ragazzi riescono a comunicare senza bisogno di tante parole,ma con il semplice linguaggio del corpo danzante.. Il suo rumore è quello del mescolarsi delle risa di bambini e volontari mentre fanno la bolle di sapone con il detersivo.. Il suo rumore è quello del tuo nome pronunciato da lontano da un piccolo copii che ti corre incontro “solo” per un abbraccio e per sentirsi chiedere “come stai?”..
E’ proprio così:penso di essere una ragazza fortunata a cui hanno regalato un sogno: quello di poter avere la conferma che “ognuno avrà qualcosa che ti potrà insegnare,gente molto diversa,di ogni colore”.
Sognietta
lunedì 8 marzo 2010
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GRAZIE so', mi hai fatto rivivere in pochi minuti l'esperienza passata insieme a bradet. indimenticabile.
RispondiEliminateo
...non sono stata cn voi a bradet, ma ho rivissuto in pochi minuti sei anni di romania...grazie...e complimenti!
RispondiEliminalaura
Grazie Sonia,
RispondiEliminasono parole importanti, che non possono lasciarci stabili nella nostra quotidianità...