Marinela è un urlo. Ti entra nelle orecchie e ti pervade tutto il resto del corpo.
All’inizio, quando non la conosci, può farti paura. Lei e le sue urla, fosse per lei sarebbero ininterrotte! Sono il primo tratto che la caratterizzano. Sono un suono che non dimentichi più.
Marinela è un nome femminile, ma la Marinela che ho conosciuto io, aveva poco a che fare con una donna, nemmeno con una ragazza.
Io ho conosciuto una persona, con un nome femminile, che giorno dopo giorno si sforzava, affinchè la sua voce ed i suoi modi di fare fossero il più possibile vicini a quelli di un uomo; il suo aspetto era quello di un ragazzo, i suoi bellissimi capelli neri erano tagliati a spazzola, il suo corpo era avvolto da indumenti veramenti utili a qualsiasi giocatore di football, ma non adatti per valorizzare il fisico di una ragazza. I suoi muscoli bicipiti, esibiti ai volontari più volte al giorno, avrebbero fatto gola a qualsiasi ragazzo!
Per non parlare della sua forza.Troppa. Troppa forza, tradotta spesso in gesti violenti di dimostranza; sia per esprimere affetto, sia per apparire più dura e potente agli occhi degli altri. Comunque sia, veramente troppo per una ragazza di 18 anni!
Ma un pomeriggio, durante una conversazione tra me e Marinela, lei è corsa nella camera che condivideva con le altre ragazze del centro e, io, mentre l’aspettavo al di fuori, pensavo tra me e me “speriamo non cambi idea proprio all’ultimo”. Così è stato!
Dopo cinque minuti, Marinela ed io siamo tornate in cortile, insieme a tutti gli altri. Complici i meravigliosi riflessi del sole, tutti hanno notato con enorme stupore che qualcosa luccicava, sugli occhi di quella ragazza.
Risate incredule, bocche aperte, complimenti e anche battute di cattivo gusto facevano eco ad un’unica e basita domanda : “Marinela... maquillage???!!! ” - “Da”. Sì, Marinela per la prima volta, aveva provato a truccarsi con del mascara!
Vergogna, incredulità e bellezza hanno avvolto Marinela quel caldo pomeriggio di luglio.
Intendiamoci, la linea di confine tra un uomo e una donna non passa da un filo di mascara sugli occhi!
Ma tutte noi ragazze sappiamo come la strada per diventare donne sia lenta, fatta di piccole autoconsapevolezze, guadagnate giorno dopo giorno.
Quel mascara è stato una piccola goccia.
E se, passati mesi dal mio rientro, un volontario tornato dalla Romania mi scrive “ una vocina rumena mi chiede di salutarti”, io continuo a sognare che quella voce urlata, quel suono così rozzo, davvero piano piano, si facciano una vocina. La vocina di una bambina, che nel tempo diventerà donna. Suono che nel tempo imparerà a modularsi.
Marinela è un pezzo di puzzle delle mie esperienze in Romania. Questo puzzle, grazie anche a Marinela, contribuisce ad affermare quella che è la mia essenza attuale; essenza fatta di piccole e grandi consapevolezze.
... “ per invitare tutti quanti a mettere le ali” (N.Fabi) ...
giovedì 4 marzo 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento