Berlino è una bellissima città, con quei palazzi immensi, le vie piene di negozi, quei suoi edifici da grande metropoli...eppure nonostante attraverso il suo modernizzarsi tenti di cancellare un passato ancora troppo vicino e scottante, questo stesso passato riemerge prepotentemente in ogni strada della capitale, in ogni angolo, in qualsiasi momento. Hai appena varcato la porta di Brandeburgo, ed ecco che ti ritrovi ad ammirare una piazza sconfinata, coperta di blocchi di pietra rettangolari, di altezza diversa: questo è il Monumento all’Olocausto, un vero e proprio labirinto, senza un inizio e senza una fine, senza un senso, poiché senza senso è quello che vuole ricordare.
E provi un simile spaesamento quando esci dalla metropolitana, puntando diritto al centro commerciale Ka De We: nemmeno lo shopping si può fare a cuor leggero finché, a pochi metri dai negozi, i tuoi occhi verranno attratti da un pannello di ferro, con inciso l’elenco dei nomi di tutti i campi di sterminio tedeschi. Lo stesso accade presso la sede del Parlamento, dove i modernissimi edifici governativi perdono di valore in confronto a quella serie di lamine metalliche che formano il monumento in memoria dei comunisti deportati durante il Terzo Reich. E ancora: il Lager di Sachsenhausen, il Checkpoint Charlie, i resti del muro, con il suo filo spinato e la striscia della morte… non puoi parlare di Berlino senza ripercorrere inevitabilmente la Storia degli ultimi 60 anni, l’età dei totalitarismi, della Shoah, della guerra fredda. Una storia di violenza, di orrori che non ha interessato solo la Germania, ma l’intera Europa, una storia che ha visto tra i suoi protagonisti più attivi anche la nostra piccola Italia. Questo però non lo si direbbe mai… se i tedeschi non possono o non vogliono dimenticare, gli italiani invece sembrano averlo già fatto, e senza neanche troppa fatica. Le ultime elezioni ne sono la prova: “Vincono Berlusconi e la Lega”, “Vanno al centrodestra le regioni più grandi: la Lega avanza al Nord”, “Pdl in calo e frenata dei Democratici. Carroccio mai così bene”, così recitano le testate dei giornali di lunedì 30 marzo, slogan brevi, concisi, che si spiegano da sé. Evidentemente qui in Italia non si impara dagli errori del passato, è una storia che si ripete, l’eterno ritorno dell’uguale. Solo che questa volta mura e sentinelle non saranno necessarie per dividere il Nord capitalista dal Mezzogiorno parassita: gli argini naturali di un fiume basteranno, dato che dal Po in giù l’Italia non c’è più!! E se non accettiamo i nostri connazionali, figurarsi quei delinquenti degli immigrati: è giusto che i clandestini siano rinchiusi nei ghetti moderni, o meglio i Centri di Identificazione e di Espulsione, dove vivono in condizioni estreme, ai limiti dell’umanità; è normale che i campi nomadi vengano sgomberati dalle forze dell’ordine, in piena notte, con violenza e intimidazioni. D’altronde questa si chiama lotta per la sopravvivenza… gli indiani hanno subito l’immigrazione, e ora vivono nelle riserve, non vogliamo fare la stessa fine, noi!! Quindi sono ammessi i comportamenti più selvaggi, la violenza ingiustificata, l’odio gratuito, i sintomi di una folle xenofobia, dal momento che tutto ciò è legale finché la maggior parte degli italiani voterà il partito che fomenta tale isteria collettiva. La Storia insegna che i totalitarismi si sono affermati in un periodo di crisi economica e sociale, la stessa crisi in cui si trova il mondo adesso. E sarà facile trovare un nuovo capro espiatorio, non più gli ebrei, ma Rom, Marocchini, Rumeni, Algerini, Musulmani…insomma, gli anelli deboli della società, i diversi!! L’unica e grande differenza sarà che, se durante il fascismo i cittadini sapevano e non parlavano per paura, in un domani prossimo gli Italiani ricorderanno, conosceranno e approveranno consapevolmente.
È vero, sono giunta alle estreme conseguenze e ho riversato tutta quella negatività che il mio naturale ottimismo solitamente sopprime. Ma i miei occhi vedono, le mie orecchie ascoltano e la mia testa sta scoppiando a furia di trattenere quelle due parole che rimbombano continuamente: HO PAURA!!La mia gita a Berlino ha fatto nascere queste riflessioni, e l’euforia per la mia prima votazione ha aumentato la mia smania di “cambiare il mondo”…inizierò la mia battaglia persa usando le uniche armi in mio possesso: la parola e un computer!Sperando che qualcuno colga le mie preoccupazioni, e che mi dica che sono solo timori infondati!
Giovanna Crippa
lunedì 12 aprile 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento